PERSONE [24] - Alex

Ecco finalmente il primo pezzo della rubrica "PERSONE".

Come scritto nella premessa [4], sarà un sentiero piacevole che porterà "aiuto alla persona", attraverso contributi di persone che hanno dato o stanno dando testimonianza autentica e "rivoluzionaria". Nell’area testimonianze, saranno accolti sotto forma di recensioni, riporti, dialoghi ed interviste (anche simulate) contributi di persone conosciute e sconosciute che ci hanno insegnato molto, nel senso che hanno lasciato un segno positivo in questo mondo. Saranno persone di rilevante notorietà , ma anche persone semplici, appartenenti alle periferie più comuni e trascurate. Vicine e lontane.

Avvio il sentiero con un noto religioso, che ha impegnato la sua vita, anche oggi a 85 anni, a favore del cambiamento possibile.

Infatti, ci sono momenti nella vita in cui occorre non solo rifarsi alle origini e all’autenticità, ma in cui è salutare anche riprendere in mano le esperienze e le testimonianze di persone speciali che hanno fatto la storia, che hanno fatto la differenza, che hanno contribuito a migliorare il mondo e che hanno anche pagato con la vita oppure lo stanno facendo oggi, ai nostri giorni, ricevendo insulti, scherno, anatemi e altro.

Nella nostra epoca non c’è più distinzione tra principi e slogan, è tutto centrifugato assieme. Non c’è più distinzione di ruolo: chi ci governa fa a gara a spararle più grosse per acquisire visibilità; chi è professionalmente impegnato si dedica moltissimo alla vetrina social perché se non ci sei (sui social) non esisti; chi fa politica è ossessionato dal sondaggio che da tempo ha fatto le scarpe agli esiti elettorali previsti dalla nostra Carta costituzionale; infine, chi si alimenta di propaganda anche spicciola è disorientato, non sa più dove è di casa la verità. Tutti contro tutti in un grande contenitore di confusione. Insomma, basterebbe citare solo alcuni esempi per farsi l’idea di come siamo caduti in basso.

Detto questo, si può invece scegliere di citare esempi positivi, autentici, che non guardano ai sondaggi o alle vetrine, ma bensì al bene dell’uomo e al cosiddetto bene comune. E crediamo che persone come papa Bergoglio, don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli siano tre esempi tra i tanti a cui potremmo rifarci per trovare motivi di speranza e riuscire a orientarci in un mondo in cui il vero sovrano è il caos. Questo anche perché, purtroppo, non riusciamo ad intravvedere persone serie di riferimento nella nostra società tra quelle che quotidianamente ci perseguitano con le loro “trovate”, sia a livello politico sia in tutti gli altri ambiti della società.

Ma c’è una buona notizia: c’è ancora tra di noi padre Alex Zanotelli, del quale possiamo leggere due tesori particolari come “Korogocho” e "I poveri non ci lasceranno dormire” (entrambi ed. Mondolibri 2005). I due libri sono per padre Alex una grande testimonianza che si rifà all’esperienza presso le baraccopoli di Korogocho in Kenia. In quei territori padre Alex ha vissuto per oltre 12 anni. Il suo urlo ci accompagna da oltre vent’anni anche in Europa, tra i cosiddetti civilizzati, sia nelle periferie delle grandi città sia negli innumerevoli incontri con la società civile: “Smettiamola di dire che non possiamo fare nulla per cambiare le cose”. Possiamo scoprire il senso profondo della vita nelle pagine scarne e di alta ispirazione, concrete e al contempo colme di possibilità. I due libri sono alla portata di tutti e possono aiutare a trovare verità, sicuramente scomode, e situazioni reali che ci toccano in profondità. Di certo, questi libri non sono adatti a coloro che desiderano vivere su pianeti virtuali, mondi illusori, realtà fatte di manipolazione che ti portano a vivere come in una fiction.

La vita di padre Alex è tutta testimonianza. Egli ci spinge a rivedere con gli occhi degli ultimi, dei senza voce, degli esclusi, degli invisibili, di coloro che etichettiamo come individui da civilizzare, un sistema economico, militare e mass-mediatico (padre Alex lo definisce l’”impero”) che ci sta inglobando tutti. Si tratta di accogliere il suo invito vivente alla resistenza, alla ribellione rispetto al “così fan tutti” e all’indifferenza. Una rivolta contro ogni qualunquismo e un’azione di vita in favore del diritto alla riappropriazione della capacità di pensare.

Da tempo il nostro costruttore di pace opera senza sosta in Italia. Egli agisce come ai tempi in cui era direttore di “Nigrizia”. Chissà chi si ricorda di questa gloriosa rivista … Oggi, da noi, è attivo tra Beati i costruttori di pace e Rete Lilliput, tramite i quali incita ad un approccio decisamente rivoluzionario: essere alla scuola dei poveri.

Una nota rivista sociale così lo descrive: “Nato a Livo, in provincia di Trento, ha attraversato il mondo: entrato da giovanissimo nei Comboniani, ha studiato negli Stati Uniti d’America, ha fatto il missionario in Sudan e in una delle più grandi baraccopoli di Nairobi, in Kenya. Dal 2004 è tornato in Italia dove – racconta – è stato mandato a convertire la tribù bianca. E lui ci prova. Lo fa dal quartiere Sanità dove ha scelto di andare a vivere in una stanza ricavata nel campanile della chiesa che si trova nella piazza del rione, tra i ragazzi di strada, chi non arriva a fine mese e chi prova (pochi) a combattere con lui la criminalità organizzata. Padre Zanotelli non ha il cellulare, non ha un conto corrente, non ha una macchina. Per lui la povertà non è una parola ma la sua vita. Una cosa è certa questo vecchio crede moltissimo nelle nuove generazioni e dalle stesse è molto seguito. La carta vincente è la sua autenticità: quanto dice, lui lo pratica per primo, ogni giorno. Ed è proprio questo che i giovani si aspettano da chi ha più esperienza.