Le emozioni in noi

Torno sull'argomento, ma soprattutto torno a scrivere su questo mio blog, poco più di tre anni dall'ultima uscita. Come mai adesso? Mi sono risposto: il momento è adesso!

Credo che in me si siano cominciate a chiarire con conferme e disconferme questioni importanti.

Ma veniamo al pezzo in parola: le emozioni in noi.

L'immagine che mi frulla in testa è quella dei blocchi di partenza. Infatti è come trovarcisi sopra protesi verso l'azione di scattare e sentirsi sicuri del proprio stato interno rendendolo utile per noi e per gli altri. Utile nel senso di benefico. Non dannoso.

Riprendo così il tema delle emozioni toccato nel pezzo che precede, scritto nel gennaio 2020 quando il Covid-19 non era ancora acclarato.

È importante saper riconoscere le emozioni negli altri, ed è altrettanto importante saperle riconoscere in noi. Anzi, riuscirci agevolmente è presupposto indispensabile per saperlo fare nei confronti altrui.

Ripensando ai 40 mesi trascorsi è successo di tutto: pandemia, guerra in Europa e peggioramento a tutte le latitudini dei fenomeni climatici. Credo che, obtorto collo, ci sia stata data una grande opportunità: entrare in contatto con tutte le nostre emozioni, paura, rabbia, ansia, angoscia, dolore, ben supportate da stati basilari come isolamento, impotenza, sfiducia, incertezza, insicurezze varie, per dirne alcuni.

Ma che cosa sono queste emozioni che ci governano?

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici che rappresentano le nostre reazioni personali agli eventi che viviamo e si esprimono a vari livelli.

Innanzitutto a livello cognitivo, rifacendosi ai pensieri, alle immagini che ci vengono in mente in una particolare situazione. Poi, a livello comportamentale, quando saltiamo di gioia o ci verrebbe da farlo, quando urliamo di rabbia o lo faremmo spontaneamente, quando ci commuoviamo per tristezza o compassione. Infine, a livello fisiologico, pensiamo ad esempio a come si affanna il respiro, a come aumenta il battito cardiaco, a come di scatena la sudorazione, e così via.

Se dall’antichità si studia questo nostro fenomeno, possiamo affermare che ancora oggi, e siamo nel fatidico 2023, siamo nell’oscurità, giacché moltissimi di noi non conoscono ancora il nome delle emozioni e soprattutto permettono a questi stati psico-fisici di comandare. Di sovente con conseguenze disastrose. Sia per sé stessi sia per persone e cose che stanno intorno. La questione non riguarda soltanto le persone cosiddette psicotiche o con patologie mentali, ma riguarda tutti. E tutti dovremmo, come si dice in certi film, farci aiutare ...

Molti libri sono stati dedicati alle emozioni e a come differenziarle riuscendo a gestirle positivamente.

Credo sia necessario andare oltre, e che questo delle emozioni sia uno dei temi da tenere sempre più presenti, in ogni occasione di incontro relazionale.

Per esempio recuperando nella vita tutto ciò che riguarda l’empatia, che viene sempre più spesso declinata agevolmente nel rapporto con il mondo animale, molto meno con i nostri simili.