Conoscenza e consapevolezza

Ho scritto in precedenza che se nella relazione d'aiuto è l'empatia ad essere il pilastro di sostegno, è pur vero che essere empatici implica una serie di abilità.

Una di queste è il presupposto di conoscere gli altri, ossia la conoscenza di se stessi.

E' importante acquisire una profonda conoscenza di sé, non solo, essere consapevoli di chi si è e di come si è.

Quindi non possiamo pensare di non svolgere dapprima un intenso lavoro su noi stessi . Un lavoro che proseguirà fino a … 

Infatti non si sarà mai arrivati e si continuerà a trovare una forte motivazione all’ auto-sviluppo proprio abitando la distanza relazionale che parte dall’abitare la distanza dialogica con l’ altro.
Questo è un forte auto-incentivo. Dà benessere al proprio sé, crea buona auto-stima e facilita la fiducia e la confidenza in sé.
Si tratta di volersi concretamente bene e creare le premesse per volere il bene altrui.

Lo diceva Mark Twain: “Un uomo non si sente a suo agio se non ottiene la propria approvazione”.

E il circolo virtuoso proseguirà, infatti, favorendo la benevolenza verso gli altri e la fiducia negli altri.
Per poi replicarsi e dare vita a “ripetizioni positive” (Cit. d.a.).

E qual’é la palestra di riferimento in cui allenarsi e dove trovare miglioramento continuo?
Sta nella quotidianità, nel vissuto di ogni giorno. Nelle esperienze di gruppo, nelle relazioni amicali, nella famiglia, nella coppia, nell’associazionismo, nell’azienda con i colleghi o collaboratori.
Essere in armonia con se stessi sarà il risultato di questo costante lavoro.

Qui nascono le basi per saper essere in relazione, qualsiasi relazione, in particolare la “relazione d’aiuto”.

Gianni Faccin