Sui blocchi di partenza

Prima di dare inizio a questo blog desidero fare il punto sul counselling, tenuto conto che solo da qualche anno è divenuto in Italia una professione ufficialmente riconosciuta (legge 4/2013).

In questi anni, molti sono coloro che parlano, spesso a sproposito, di counselling o counseling, entrambi sono scritti esattamente, specialmente dopo l’avvento della nuova legge. Per esserne illuminati basta accedere al web, in cui è depositata molta documentazione e si possono trovare testimonianze di elevata qualità. Vi si trovano anche scritti che in semplicità raccontano il succo del counselling e danno una rappresentazione adeguata, per esempio a partire dai significati etimologici.

Ecco di seguito una testimonianza.

Il sostantivo counseling deriva dal verbo inglese to counsel, che risale a sua volta dal verbo latino consulo-ĕre, traducibile in "consolare", "confortare", "venire in aiuto". Quest'ultimo si compone della particella cum ("con", "insieme") e solĕre ("alzare", "sollevare"), sia propriamente come atto, che nell'accezione di "aiuto a sollevarsi".

È omologo di un altro verbo latino: consulto-āre, iterativo di consultum, participio passato di consulo, col significato di "consigliarsi", "deliberare", "riflettere".

Ciò pone il termine tra le forme del verbo italiano "consultare" come ricorso a competenze superiori per necessità contingenti.

La traduzione di counseling nell'italiano consulenza è controversa in quanto un altro termine, consulting, ha in inglese il medesimo significato.

È altresì problematica la sua traduzione con "consiglio". La similarità linguistica tra le parole "counseling" e "consiglio" può infatti trarre in inganno. Secondo alcuni autori «[...] uno degli elementi distintivi del counseling rispetto alla situazione del consiglio è che, nel primo caso, la relazione si svolge con un esperto ed è finalizzata alla ricerca di una strategia per rendere possibili scelte o modifiche, nel secondo caso, invece, la relazione è paritaria e consiste nel suggerire».

La prima attestazione dell'uso del termine counseling per indicare un'attività rivolta a problemi sociali o psicologici risale al 1908 da parte di Frank Parsons. Nel 1951 la parola counseling è usata da Carl  Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità.

L'attività di counseling è svolta da un counselor, un professionista in grado di aiutare un interlocutore in problematiche personali e private. In base al bagaglio di abilità possedute, le competenze proprie all'attività di counseling possono essere presenti nell'attività di diverse figure professionali quali psicologi, medici, assistenti e operatori sociali, educatori professionali.

Ed eccoci alla fine con riportate le definizioni che preferisco per semplicità e sinteticità.

Il counseling è un intervento professionale basato su abilità di comunicazione e di relazione che si sviluppano in un rapporto interpersonale tra counselor e cliente, con l'obiettivo di facilitare quest'ultimo nel trovare, anche in tempi brevi, il modo efficace per affrontare un momento di vita particolarmente impegnativo.

Il counsellor invece è un esperto in comunicazione e in dinamiche relazionali che attraverso specifiche abilità, come la capacità di ascolto, aiuta il cliente ad autoesplorarsi per facilitarne l’autodeterminazione.

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Bibliografia - Fonti

1) La motivazione comunitaria e il counselling – G. Faccin - G.E. L’Espresso 2013

2)  Introduzione al counselling – D. Toneguzzi - edigestalt 2007

3) Wikipedia e Google Scholar

4) www.creaitalia.it