Sguardi VI: verso il futuro

Cinque implicazioni per la pratica e la teoria contemporanei


Il resoconto storico qui fornito fatto delle cinque parti precedenti, è inevitabilmente incompleto e parziale. Non vi è, del resto, abbastanza ricerca e attenzione formativa alla comprensione dello sviluppo del counselling e della psicoterapia nel 20° secolo.

Nei limiti di questo resoconto e di questa discussione sui fattori storici possiamo comunque notare che la formazione e la forma della pratica e della teoria contemporanei del counselling e della psicoterapia sono state fortemente influenzate da forze culturali.

Quali sono le implicazione contemporanee di questi fattori storici?

Cosa significano per noi ora, in relazione alla teoria e alla pratica?

Vi sono forse cinque modi in cui l'apprezzamento per la storia del counselling può avere un significato ed un valore per i praticanti contemporanei:

1. Comprendere le immagini che del counselling hanno le persone, il pubblico, e che circolano nella cultura contemporanea.
Le persone che arrivano a chiedere il counselling arrivano nella stanza con la loro immagine e la loro comprensione di ciò che è la terapia e di ciò che da questa si aspettano. Queste idee sono raramente precise ed invece sono spesso informate dalle immagini della terapia che circolano nei media (stesi sul divano, ascolto del professionista che fa solo qualche commento; che fa riferimento a temi riguardanti infanzia, genitori, sessualità; altra immagine è quella del terapeuta un po' folle e che 'ha problemi' anche lui; o del terapeuta che incoraggia il cliente ad agire strani comportamenti; del terapeuta passivo e distante che fa il pappagallo a ciò che il cliente dice, ecc.). Dietro a questo c'è anche pure il timore e la paura di avere un problema o una malattia mentale, che porta alla coscienza immagini di rifiuto e crudeltà con i quali i 'folli' venivano trattati nel 19 secolo. Queste immagini non sono senza senso o casuali, ma riflettono a tutti gli effetti le pratiche storiche (e a volte attuali), e includono anche le risorse per dare senso alla terapia che è disponibile alla maggioranza delle persone.

2. Dare senso alle metafore che informano le attuali teorie della psicoterapia e del counselling.
Il sociolinguista George Lakoff ed il filosofo Mark Johnson argomentano che sia le teorie scientifiche che la maniera quotidiana di spiegare gli eventi sono entrambe radicate sulla metafora. Essenzialmente, una metafora ha un potere esplicativo che si realizza aggregando una comparazione tra una serie di esperienze che hanno senso, con una serie di esperienze contrastanti che ne hanno poco - l'essenza della spiegazione sta nella nozione che il secondo fenomeno è come il primo. Alla luce di questo, le attuali teorie psicoterapeutiche possono apparire come comprensive di network di termini prosaici, non metaforici e tecnici come schema cognitivo, concetto di sé, transfert, e così via. Dietro tale terminologia, comunque, vi è una serie di radici metaforiche con potere esplicativo. Ai tempi dei manicomi, i folli erano visti come degli animali: irrazionali, incapaci di comunicare, senza controllo. Alcuni di questi significati erano ancora presenti nell'immagine di persona di Freud, eccetto che nella psicoanalisi l'animale/Sé era solo una parte, di solito nascosta, della personalità. Le immagini behavioriste di persona l'hanno spesso descritta come 'meccanicistica', ma usa una metafora moderna, quella del Computer. La metafora della psicoterapia e counselling Umanistici hanno immagini più botaniche che si riferiscono alla crescita delle piante e delle condizioni che facilitano o bloccano tale crescita. Ognuna di queste immagini del Sé ha una storia.

3. Rinforzare il senso che il counselling rappresenta una tradizione che ha una continuità, la quale rispecchia una serie di pratiche e valori distinti.
Counselling e psicoterapia sono pratiche allineate in modo stretto e condividono molto suolo comune in termine di modi di lavorare e di pensare. Il resoconto storico rivela la visibilità di una tradizione distintiva della pratica associata al counselling, che è largamente non-medica (anche se ne deve conoscere il linguaggio), orientata alla pratica più che alla teoria, e con una propria 'visione morale'. L'egemonia della psicoterapia, in termini di riconoscimenti 'ufficiali', è servita ad oscurare il contributo del counselling e dei counsellor: è necessaria un'ulteriore attenzione alla storia del counselling se si vogliono mantenere efficacemente i valori del counselling.

4. Accettare che le idee e le conoscenze attuali sono incomplete in assenza di una prospettiva storica.
Nel campo del counselling, il presupposto dell'inevitabile validità di ciò che è nuovo è minato dalla consapevolezza degli sviluppi storici. Per esempio: uno studio accurato di ciascuno dei momenti chiave nell'emersione e nella crescita del counselling descritti precedentemente - il counselling vocazionale di Parsons, l'esperimento della General Electric, il lavoro del Marriage Guidance, e il fiorire del trattamento morale nel 19° secolo - ha molto da offrire al professionista contemporaneo che lavori in queste aree. In modo simile, il reale senso e significato degli scritti dei 'seminatori', come Freud e Rogers, non può essere estrapolato/dedotto solo dai libri, ma richiede una lettura attenta e meticolosa dei loro primi casi, che illustra la natura radicale di ciò che loro fecero veramente (piuttosto della versione edulcorata e ristretta che è diventata parte della conoscenza correntemente accettata).

5. Un promemoria del significato delle relazioni di potere nella pratica del counselling.
La lezione finale della storia del counselling e della psicoterapia è quella di essere un promemoria del fatto che la terapia ha sempre camminato su una fine linea tra il controllo e la liberazione. E' molto facile per i terapeuti, counsellor e psicoterapeuti, credere che il loro approccio, qualsiasi esso sia, è completamente impegnato verso l'empowerment del cliente, piuttosto che operare come mezzo di controllo sociale. Ad ogni modo, i terapeuti hanno sempre creduto questo, ed è solo tramite il beneficio del senno di poi storico che diviene evidente che vi sono pressioni nella direzione della conformità e del controllo sociali, che esistono in ogni situazione riguardante il counselling. La relazione counsellor-cliente si è modellata comunque su quella del medico-paziente e del prete-parrocchiano. Tradizionalmente i medici ed i preti erano visti come figure autoritarie di esperti, e le persone che li consultavano si aspettavano che dicessero loro cosa dovevano fare. Le teorie della terapia rispecchiano volenti o nolenti norme e valori culturali, e l'applicazione di queste teorie nel counselling e nella psicoterapia può essere vista come un modo per modellare le vite ed i comportamenti individuali nella direzione di risultati socialmente accettabili.

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Bibliografia di riferimento dell'autore

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Giovanni Turra è Psicologo (iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia) e Professional Counselor (accreditato AssoCounseling). Il presente approfondimento è la relazione presentata alla giornata sul counseling organizzata dal Centro Studi Terapia della Gestalt a Milano il 16 maggio 2010

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Bibliografia - Fonti

1)     www.assocunseling.it

2)    G. Turra - Relazione al Centro Studi Terapia della Gestalt - Milano 16/5/2010 (Psicologo)