Sguardi II: l'emergere e la crescita della psicoterapia

L'emergere della psicoterapia

Alla fine del 19° secolo, la psichiatria aveva raggiunto una posizione dominante nell'assistenza e la cura degli insani, da qui in poi riclassificati come 'malati mentali'. Dalla medicina e dalla psichiatria evolve quindi, in quel periodo, una nuova specialità, la Psioterapia. I primi medici a definire se stessi come psicoterapeuti furono Van Renterghem e Van Eeden, che aprirono una Clinica di Psicoterapia Suggestiva ad Amsterdam nel 1887. Van Eeden definisce la psicoterapia come 'la cura del corpo con la mente, aiutata dall'impulso di una mente su un'altra'. L'ipnosi fu un fenomeno di grande interesse per la professione medica europea nel 19° secolo. C'erano due aspetti della loro tecnica ipnotica che permangono ancora oggi come concetti chiave del counselling e della psicoterapia contemporanei: l'enfasi e l'importanza del rapporto tra medico e paziente (loro sapevano che l'ipnosi non sarebbe stata efficace in assenza di ciò che chiamavano 'rapport'); essi argomentavano che la ragione per cui l'ipnosi era d'aiuto ai pazienti era che dava accesso ad una area della mente che non era accessibile durante il normale stato di coscienza da svegli. In altre parole, la nozione di Mente Inconscia era parte dell'apparato dell'ipnotismo del 19° secolo, tanto quanto lo fu poi della psicoterapia dei due secoli successivi.

L'apparire del mesmerismo e dell'ipnosi nel 18° e 19° secolo in Europa, e la loro trasformazione in psicoterapia, può rappresentare l'assimilazione di una forma culturale tradizionale all'interno della moderna medicina. Il mesmerismo fu probabilmente la prima forma secolare di psicoterapia in America.

La figura chiave nel processo di transizione dall'ipnosi alla psicoterapia fu indubbiamente Sigmund Freud. Senza negare il suo genio e la sua creatività, è utile riflettere su alcuni modi in cui il suo approccio fu influenzato dalla moda intellettuale e dalle pratiche sociali del suo tempo. Per esempio:

le sedute individuali con un analista erano un'estensione della normale pratica di consulenza uno-a-uno tra medico e paziente che era prevalente a quel tempo;

l'idea di Freud di una forza vitale unitaria, la Libido, fu derivata dalle teorie biologiche del 19° secolo;

l'idea che i problemi emotivi avessero cause sessuali era ampiamente accettato già nel 19° secolo;

l'idea dell'inconscio era stata già impiegata non solo dagli ipnotisti, ma anche da altri filosofi e scrittore del 19° secolo. Il distinto contributo di Freud fu forse la sua capacità di assimilare tutte queste idee in un modello teorico coerente che si è dimostrato di grande valore in molti campi del sapere. Il significato culturale delle idee di Freud può essere visto come giacente nell'assunzione implicita che noi siamo tutti nevrotici; che dietro la facciata della persona apparentemente più razionale e di successo vi sono conflitti interni e impulsi istintivi. Il messaggio di Freud fu dunque che la psichiatria era importante non solo per i pazzi in manicomio, ma per tutti.

Queste idee, contenute nella psicoanalisi, riflettevano anche le sfide affrontate dai membri della classe media europea che transitava da forme di relazione tradizionali ad altre forme più moderne. Le idee di Freud, durante la sua vita, ebbero un impatto limitato in Inghilterra ed in Europa, dove, fino a poco tempo fa, la psicoanalisi era accettata ed accessibile solo alla classe media degli intellettuali e degli artisti. In Inghilterra, per esempio, il primo sviluppo della psicoanalisi è legato non all'ambiente medico, ma all'elite letteraria del 'Gruppo di Bloomsbury'.

Fu quando la psicoanalisi emigrò negli USA che la psicoterapia, ed il counselling, divennero maggiormente e più ampiamente disponibili al pubblico.

La psicoterapia come risposta al 'Sé vuoto'

La tesi di un importante storico, Philip Cushman è che gli USA erano una nazione nuova nella quale la popolazione del 19° secolo era stata soggetta a massivi cambiamenti e trasformazioni sociali, e dove i precursori della psicoterapia, come il mesmerismo o il movimento revivalista, furono tentativi di trovare senso e stabilità in un tempo di enorme incertezza sociale. Allo stesso tempo, il sistema capitalistico, più dominante in USA che in Europa, chiedeva fortemente che gli individui fossero forgiati e si formassero alla luce delle richieste di particolari nicchie del nuovo sistema economico. Le persone dovevano imparare come vendere non solo dei beni e dei servizi, ma anche sé stesse. I libri e i pamphlet sul 'migliorare sé stessi' divennero molto popolari, ma la psicoterapia offriva un modo più efficace per ottenere il giusto tipo di personalità, adatto alla nuova società capitalistica.

L'estendersi della mobilità sociale negli USA significò che le strutture sociali tradizionali, come la famiglia e la comunità, furono erose ed il senso di scopo e di appartenenza associato a tali strutture andò perso.

Un'esperienza forte e centrale di molti americani fu quella di un 'Sé Vuoto'.

Secondo Cushman, le due principali risposte culturali a tale sé vuoto, sono state la psicoterapia e il consumismo pubblicitario. Allo scopo di calmare quella che venne definita una 'fame emotiva indifferenziata', il cittadino dell'economia capitalistica avanzata ha in quel momento (e in seguito) la scelta di prendere un appuntamento con un terapeuta, o, forse, comperarsi una nuova auto o un nuovo orologio. E, se ne avrà le risorse, farà entrambe le cose. Il link tra l'emergere della psicoterapia negli USA del 20° secolo e lo sviluppo della società consumistica è stato discusso da altri storici come Caplan e Pfister (1997).

Un tema chiave di questa spiegazione storica è stata l'ampiezza con cui gli approcci psicoterapeutici hanno deviato l'attenzione dalle condizioni sociali che erano causa dei problemi personali nella vita delle persone, promettendo soluzioni a questi problemi basate sull'identificazione di aspetti disfunzionali della psiche individuale (Cushman, 1995). Il risultato di tale movimento, nella direzione di un individualismo autoreferenziale, è criticato da tali autori come avente una seria responsabilità nell'erosione delle basi della solidarietà sociale e del capitale culturale, che avrebbe potuto rendere possibile la formazione di una risposta collettiva alle richieste delle forze economiche capitalistiche.

Questi storici ci invitano a considerare il counselling e la psicoterapia non semplicemente come forme di scienza medica e psicologica applicata, ma come manifestazioni di più ampie forze culturali e sociali che influenzano tutti gli aspetti della vita sociale.

La crescita della psicoterapia negli USA

In confronto all'Europa, e specialmente all'Europa del sud, la società americana dimostrò un grado molto più alto di mobilità sociale, con persone che probabilmente avrebbero vissuto, lavorato e si sarebbero sposati al di fuori del loro quartiere/città/villaggio/classe sociale/etnia d'origine. C'erano quindi molti individui che avevano problemi a formare nuove relazioni soddisfacenti, e che non avevano un senso di identità personale sicuro. L'American Dream insisteva che ognuno avrebbe potuto migliorare la propria posizione, ed enfatizzava il raggiungimento della felicità dell'individuo come un obiettivo legittimo da perseguire nella vita. La psicoterapia americana offrì in tal senso un metodo fondamentale e radicale di auto-miglioramento.

I numerosi psicoanalisti europei che arrivarono in America negli anni '30 trovarono un forte interesse popolare per la psicologia (si veda l'opera molto diffusa J.B. Watson e di W. James). C'era anche una forte tradizione di psicologia applicata alla quale aveva dato impeto il coinvolgimento di psicologi accademici nell'esercito americano durante la Prima Guerra Mondiale.

I test psicologici erano ampiamente usati nell'istruzione, nella selezione al lavoro, e nell'orientamento vocazionale lavorativo, il che significava che la nozione dell'uso della psicologia per aiutare la gente ordinaria era generalmente data per scontata. Infine, all'inizio del 20° secolo gli USA erano caratterizzati da un diffuso ed ampio dibattito popolare sulla natura della vita familiare, della genitorialità, dell'educazione dei figli, ecc., e le idee di Freud ebbero una potente influenza in questa arena (Demos 1997).

Gli americani furono molto attratti dalla psicoanalisi, ma per assimilarla nella loro cultura operarono una 'americanizzazione' del pensiero di Freud. Freud aveva vissuto in una società organizzata in modo gerarchico, classista e aveva scritto dal punto di vista di un mondo immerso nella scolarizzazione classica e nella scienza biologica, informato da un pessimismo che nasceva dall'essere un ebreo in tempi di violento antisemitismo. C'erano dunque nella sua scrittura, temi che non sedevano bene a fianco dell'esperienza degli americani. Come risultato di questo, emersero negli anni '50 tutta una serie di autori che reinterpretarono Freud nei termini di quelli che erano i valori culturali americani. Tra essi Carl Rogers, Eric Berne, Albert Ellis, Aaron Beck e Abraham Maslow. Molti degli psicoanalisti europei che andarono negli USA, come Fromm ed Erickson, furono inoltre importanti nel riconcettualizzare la psicoanalisi da una prospettiva sociale e culturale più ampia, rendendola così più accettabile alla clientela americana.

Una delle più forti resistenze alla psicoanalisi nella cultura Americana fu la psicologia accademica. Gli psicologi accademici americani si erano profondamente impegnati nell'approccio behaviorista fin dal 1918 (metodo scientifico, sperimentale, comportamento osservabile, laboratori ed esperimenti, ecc.).

L'establishment accademico behaviorista si oppose strenuamente alla psicoanalisi e si rifiutò di riconoscerla come meritevole di studi seri. Sebbene alcuni dipartimenti accademici di psichiatria mostrarono un limitato interesse per la psicoanalisi, molti professionisti e autori furono costretti a lavorare nella pratica privata e negli ospedali privati, piuttosto che avere una base accademica.

Quando Rogers, Berne ed Ellis svilupparono nuovi e distinti metodi terapeutici negli anni '50 e '60, ci fu un limitatissimo interesse e discussione sul loro lavoro da parte dell'ambiente accademico. Uno dei contributi distintivi di Rogers fu quello di inventare metodi sistematici per svolgere ricerche sul processo e sui risultati della terapia. L'effetto di questa innovazione fu quello di rinforzare la legittimità della terapia come iniziativa socialmente accettabile, dandole rispettabilità ed uno status di scienza applicata. Nel 1947 Rogers fu il primo terapeuta che divenne presidente dell'American Psychological Association. La conferma della terapia come scienza applicata fu spinta maggiormente dall'ingresso nell'alveo delle terapie degli approcci cognitivo-comportamentali negli anni '60 (immagine dello scienziato applicato).

Con la Seconda Guerra mondiale, ed il ritorno dei Veterani, si ebbe un altro punto di svolta nella storia del counselling e della psicoterapia. Vi furono pressioni da più parti perché ai militari ritornati fosse offerto, negli anni che seguirono, un programma di assistenza che comprendesse anche la psicoterapia. La terapia centrata sul cliente di Rogers rappresentava la forma più credibile, relativamente breve ed economica, e per la quale si sarebbero potuti formare nuovi terapeuti in tempi brevi. La conseguenza fu che ci fu un forte investimento nella terapia centrata sul cliente alla fine degli anni '40, il che significò che questo divenne l'approccio terapeutico dominante negli USA e nel mondo negli anni '50. La TCC (Terapia Centrata sul Cliente) era simile alla psicoanalisi, nel senso che era costruita attorno all'esplorazione del sé, o alla ricerca del proprio 'vero' sé, ma era meno lunga e dispendiosa, più egualitaria nella sua filosofia, e più ottimistica. Mentre la psicoanalisi si adattava bene ai bisogni emotivi della classe media europea, la TCC si sintonizzava meglio alla vita e alle aspirazioni degli americani.

Si possono vedere quindi molti fattori che contribuirono alla rapida crescita della psicoterapia nella società Americana alla metà del 20° secolo. A causa poi dell'influenza globale degli USA negli anni del dopoguerra, ciò ebbe l'effetto di far scattare l'espansione della psicoterapia in altri paesi. Le particolari circostanze culturali che prevalsero negli USA alla metà del 20° secolo ebbero un forte impatto nella forma della pratica psicoterapeutica, che permane ancora oggi. La relativa debolezza dei fondi statali per la sanità e per l'assistenza sociale negli USA contribuì a far sì che la psicoterapia prendesse largamente la forma del modello della pratica privata individuale, piuttosto che quella di un servizio comunitario di base. L'ethos competitivo capitalistico degli USA significò che i terapeuti innovativi furono premiati per aver prodotto 'nuove terapie', piuttosto che per aver contribuito all' accumulo di conoscenza e saggezza collettive. Contribuendo così alla proliferazione delle teorie e degli approcci terapeutici. E la crescita della psicologia, come disciplina accademica emergente, significò che la legittimità della psicoterapia divenne sempre più dipendente dalla sua capacità di sottoporsi alla prova della rigorosa ricerca empirica oggettiva [segue].

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Bibliografia - Fonti

1)     www.assocunseling.it

2)    G. Turra - Relazione al Centro Studi Terapia della Gestalt - Milano 16/5/2010 (Psicologo)