PAROLE [9] - Mindfulness

Ancora parole e parole inglesi ...

Noi, italiani, facciamo fatica con l'inglese, ma poi ne facciamo un gran uso. Mi chiedo se quando lo facciamo siamo consapevoli di quello che diciamo in verità. Appunto "consapevolezza" altra parola, stavolta in italiano, su cui tornerò. Sembra essere proprio questa la traduzione di "Mindfulness", che in verità nasce dalla fusione di due parole: mind+fulness, un accoppiamento che ci rimanda alla "mente attenta" e alla conseguente relativa "pienezza". In pratica: consapevolezza ovvero piena attenzione.

Mi vien da dire che ai giorni nostri è proprio quello che non si fa, intendo essere pienamente attenti ..., anzi prevale sicuramente la distrazione e la superficialità nel trattare qualsiasi questione, anche quelle più importanti.

La M. è una pratica utile alla persona. Per esempio, viene utilizzata per  prevenire o gestire il burnout lavorativo e questi sono alcuni modi per utilizzarla: 1. Dedicare del tempo ogni giorno per impegnarsi in una pratica formale di mindfulness, come la meditazione. Ciò implica sedersi in modo confortevole, concentrarsi sul respiro o su altre sensazioni presenti nel corpo e osservare i pensieri e le emozioni che emergono, senza reagire ad essi. La pratica regolare della meditazione può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie esperienze, nonché a ridurre lo stress e a favorire il benessere mentale; 2. Consapevolezza nel lavoro quotidiano: integrare la consapevolezza nelle attività quotidiane sul posto di lavoro; 3. Pausa consapevole: prendersi regolarmente delle pause consapevoli durante la giornata lavorativa; 4. Gestione dello stress in tempo reale: quando ci si trova in situazioni stressanti sul posto di lavoro, la mindfulness può essere utilizzata per gestire lo stress in tempo reale; 5. Autocura: la mindfulness può anche essere applicata nell’ambito dell’autocura. Prendersi cura di sé stessi è fondamentale per prevenire e gestire il burnout lavorativo. E non soltanto.

Tutto ciò perché i notri tempi sono caratterizzati dalla non consapevolezza dell’esperienza del presente, dalla schiavitù nei confronti della reattività e da quella tipica modalità esistenziale inconsapevole che prende il nome di “pilota automatico”, in cui ci troviamo il più delle volte a fantasticare su un futuro che deve ancora accadere o a rimuginare inutilmente su cose passate.

L’unico tempo che ci è dato di vivere è il tempo presente, eppure spesso i nostri pensieri sono rivolti al passato, al futuro o semplicemente ad altro, rispetto a ciò che stiamo vivendo, costantemente indaffarati, travolti da cose da fare, da tante preoccupazioni e incapaci di rallentare o fermarci. 
Secondo la definizione di John Kabat-Zinn la M. è la consapevolezza che emerge dal prestare attenzione intenzionalmente allo svolgersi dell’esperienza momento dopo momento nel presente e in modo non giudicante. Il termine inglese corrisponde al termine sati (in lingua pali) che significa presenza mentale, che ci aiuta a distinguere i fenomeni mentali e le nostre reazioni ad essi (nuda attenzione). Le pratiche di mindfulness hanno origine dalla meditazione vipassana, o visione profonda, una pratica insegnata dal Buddha che consente di vedere le cose per come sono.

La M. è utile per coltivare l’attitudine a rifocalizzare la nostra attenzione sul momento presente e a riacquistare consapevolezza di quello che accade nella nostra mente e nel nostro corpo. Praticare la consapevolezza ci permette di essere più presenti a ciò che accade, di vivere più pienamente e in linea con i nostri valori. 

Attraverso la M. si impara a sviluppare la capacità di accogliere nel campo della consapevolezza emozioni, sensazioni fisiche e pensieri, indipendentemente dal loro contenuto e senza farsi travolgere da essi. Questo nuovo atteggiamento mentale non elimina le pressioni della vita, ma può aiutarci a viverle diversamente, ad aprirci alle difficoltà senza farci abbattere da pensieri ed emozioni negative.

La M. nasce in contesto ospedaliero alla fine degli anni 70 ad opera di Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare statunitense praticante di yoga e meditazione, che intuisce quanto queste pratiche potessero portare grande beneficio ai pazienti con dolore cronico, ai quali la medicina non riusciva a dare risposte.

Dai primi studi di Kabat-Zinn ha origine un programma per la riduzione dello stress basato sulla mindfuness: il programma Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR), un protocollo di gruppo della durata di otto settimane che prende velocemente piede nelle cliniche e negli ospedali americani e di tutto il mondo.

Qualche anno più tardi, tre psicologi inglesi, Zindel Segal, Mark Williams e John Teasdale, integrano il modello di Kabat-Zinn con la terapia cognitiva e mettono a punto un protocollo per la prevenzione della ricaduta depressiva MBCT (Mindfulnes Based Cognitive Therapy).
Oggi i protocolli basati sulla M. vengono impiegati in tutto il mondo in diversi ambiti della salute mentale e fisica: disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, dipendenze, dolore cronico, insonnia, cardiopatie e malattie oncologiche, stress in genere.
La comprovata efficacia della M. in questi ambiti ha spinto le organizzazioni  sanitarie governative di vari paesi a raccomandarla, considerandola un presidio sanitario di grande rilevanza per la riduzione dello stress e in generale della sofferenza psicologica.

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Note

- Immagine: Donna sdraita by M. Orlova - Pexels

- Riferimenti nel testo: citazioni da https://www.ipsico.it/news/mindfulness-meditazione-definizione-applicazioni/ e brani da https://www.360gradieventi.info/2023/04/22/mindfulness/?email=info%40aiutoallapersona.it