PAROLE [5] - Critical gardening

Spesso usiamo parole straniere come ne avessimo padronanza. Vale per la parola ma anche per la lingua in cui la parola è espressa. C'é veramente tanto da approfondire.

Una parola, o meglio, un'espressione in questo caso è "critical gardening", in italiano "giardinaggio critico o alternativo". Sì, perché in italiano l'espressione prende nuove e diverse sfumature.

Mi fa piacere iniziare la Rubrica delle Parole con questo primo contributo. E con l'aiuto dell'autore, studioso e volontario del verde, Bruno Bedonni.

<<Si chiama “Critical gardening”, nasce negli anni ’70 a New York, attorno alla figura di Liz Christy, ed è un movimento che agisce principalmente contro il degrado urbano. I pacifici guerriglieri che appartengono a questa corrente di azione e pensiero detta “Guerrilla gardening” (= guerriglia del giardino) sono giovani tra i 20 e i 30 anni, che studiano o fanno i lavori più diversificati e nel tempo libero restituiscono un po’ di “verde” alle città, là dove l’incuria ha prevalso. L’articolo che ha ispirato, tra l’altro, questo argomento interessante e di grande attualità, è uscito alla fine dell’anno scorso su “Repubblica delle Donne”, l’autore è Giuliano Di Caro. C’è una parola che ricorre nell’articolo citato, Landgrab che è il termine inglese che contraddistingue l’azione principale e tradotto significa impossessarsi della terra; in genere si tratta di spazi pubblici dove vengono creati spontaneamente piccoli giardini con arbusti, alberelli e fiori o qualunque dono della natura “avvilita dall’incuria e dal cemento” (n.d.r). Armati di vanghe e secchi, i giovani volontari, combattono la loro Guerrilla, termine latino-americano, con senso di altruismo e la convinzione che per migliorare la propria città sia sufficiente rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani… di terra. Per questo è nato e vive il movimento “Critical gardening” oggi presente, non solo nei civilissimi stati nordici Europei e nella grande Mela, ma anche in Italia, dove è cresciuto in diverse città come Milano, Bologna, Torino, Firenze, Roma ed anche in Sardegna.

I gruppi si formano spontaneamente uniti dal comune amore per il verde, investono il loro tempo libero per un ideale pratico e quotidiano. Usano il web come bacheca per le opere già compiute e come strumento per reclutare nuovi volontari. Questa forma di neo-ecologismo non sconfina mai nella violenza, spesso lavorano di notte e non reagiscono se di giorno il loro lavoro va perduto, il messaggio che loro vogliono trasmettere è comunque partito. Stefano Massimelli è l’iniziatore del gruppo Milanese fino ad oggi ospitato, insieme alle sue piante, alla “Stecca” quartiere isola di Milano, teatro di megaprogetti di rinnovamento e di polemiche infinite tra palazzinari e comitati di cittadini. Massimo ed un gruppetto di circa 15 giovani hanno curato un progetto noto con il nome di “serpentone”. È stata così denominata infatti un’aiuola a forma di esse che per settimane hanno spostato di continuo a seguito dell’avanzare dei lavori nel cantiere. Questi ragazzi non si atteggiano a sognatori visionari, ma in genere hanno un forte senso pratico. Il giornalista che li ha intervistati descrive la spontaneità con la quale Stefano Massimelli mostra l’album di foto dei lavori svolti come si trattasse dell’album delle vacanze. Attorno ai progetti realizzati sorgono molti aneddoti e figure simpatiche come quella del proprietario del parcheggio al coperto che fornisce l’acqua per le aiuole, la vecchietta che gioca a fare l’intransigente vedetta, cittadini che diventano attivamente partecipi. Particolarmente coinvolgente è risultata l’idea di piazzare qualche piantina di pomodori vicino ad un cantiere di edifici in costruzione, attraendo così l’attenzione degli operai che nella pausa pranzo si improvvisavano curatori dell’orto innaffiandolo diligentemente. Sono gesti che parlano di una umanità metropolitana che spesso pensiamo persa nelle infinite problematiche di cui sono afflitte le nostre città.

Attraverso il modello di Guerrilla Gardening la società civile lancia segnali interessanti, ispirandosi al guru britannico Richard Reynolds che con il suo gruppo iniziò la guerriglia in Europa lanciando “bombe di semi” in aree inaccessibili, vuote e recintate nella periferia Londinese, mentre Liz Christy lanciava seed granate nei vacant lots newyorkesi allo scopo di abbellire i quartieri più degradati della città.>>

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Fonti: http://www.percorsiverdi.org/CRITICAL-GARDENING-GIARDINAGGIO.html