Lavoro interdisciplinare di comunità

Un importante esempio di lavoro di comunità unito ad uno sviluppo di rete, almeno a livello di professioni, è il lavoro interdisciplinare tra psicologia e counselling. E' possibile che queste due discipline e professioni facciano sinergia?

Io sono convinto che la cosa possa realizzarsi. Dirò di più. Il lavorare insieme tra diverse professioni e competenze già avviene, spesso nel riserbo che accompagna gli interventi di aiuto. Io stesso potrei portare molti esempi.

In ogni caso, avviene in ambito sanitario, in ambito istituzionale e sociale. Si realizza nel mondo della scuola e dell'educazione. Si realizza anche in molte aziende, piccole e grandi. Lo stesso tra associazioni e cooperative.

L'impostazione del lavoro in sinergia è già nel dna di molti professionisti, volontari e gruppi.

In alcune comunità locali vi sono state nel tempo molteplici esempi che sarebbro tutti da citare. 

Si tratta di testimonianze forti nel senso di fare sinergia (penso per fare un esempio a me vicinissimo agli interventi di grande rilievo e qualità costruiti con pazienza e competenza nell'Alto vicentino dal Comune di Schio - Settore Interventi Sociali grazie all'opera certosina di bravi operatori sociali coordinati e motivati da un'illuminata Assistente sociale Roberta Battocchio, della quale scriverò più avanti).

Credo che ci siano stati e ci siano tuttoggi segnali di forte avanzamento su questo. 

Forse non è ancora abbastanza. Forse ci sono altre entità che giocano un ruolo importante nello scenario che non sono ancora pronte. O peggio vanno in direzione opposta.

E' il caso, ed  esemplifico, di alcune associazioni di categoria. E' comunque un ragionamento che vale per una miriade di realtà pubbliche e private, piccole e grandi, nazionali ed internazionali.

Quando conta di più difendere il proprio orto rispetto al trovare insieme vie e strade nuove utili alla comunità si comincia con la chiusura delle porte, si prosegue mettendo nuovi confini e si finisce con il regresso di tutti.

Nella querelle tra psicologi e counsellor o, meglio, tra associazioni degli psicologi e AssoCounseling (l'associazione più importante di counselling in Italia) che prosegue da mesi, il rischio che si attui quanto detto è evidente agli occhi di tutti.

La buona notizia (come da articolo che ho reso pubblico ieri) è che molte componenti tra gli psicologi italiani desiderino insistere per trovare un comune terreno di regolamentazione e poi di collaborazione.

Credo che il lavoro di confronto approfondito che è iniziato già nel 2017 abbia portato alla necessità di vedere le due professioni come complementari anziché come sovrapponibili e quindi in competizione.

Dopo momenti di accesa conflittualità si è arrivati ad una sospensione dei veti reciproci per trovare una modalità costruttiva di confronto.

E' evidente che pesano i contrasti tra due categorie che hanno spesso finito per scontrarsi, allorquando in alcune tipologie di intervento è stata definita la loro non complementarietà. 

Finalmente si è tornati al dialogo rispettoso e mirato a individuare meglio aree di competenza e limiti d'azione, nonché allargare il campo comune di azione, ed è questa, alla fine, la vera ricchezza.

Anche questo percorso è un concreto "lavoro di comunità". 

La proposta che emerge, su di un piano dialogico interdisciplinare, non potrà che dare frutti utili al bene comune.

Gianni Faccin

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Bibliografia - Fonti

1) Isidoro Trovato, Affari Personali - La sfida dell'assistenza in Professioni - Economia CorSera del 30/4/2018