Empatia, questa sconosciuta!

Alfred Adler ha scitto che l’empatia "scatta nel momento in cui un essere umano parla con un altro. E' impossibile compendere un altro individuo se al tempo stesso il nostro sé non riesce a identificarsi con lui …”. Si tratta del processo fondamentale dell’amore”.

Empatia!

Se chiediamo il significato di empatia a dieci persone, una persona si avvicinerà alla sua definizione, mentre le altre nove la scambieranno per simpatia o telepatia.
Si pensi che – come dice Rollo May – “senza il processo dell’empatia non ci si potrebbe innamorare. Da che mondo è mondo gli amanti sono stati sempre convinti che la comunicazione che passa fra loro vada ben al di là delle parole o dell’espressione fisica”.
Empatia è “mettersi nei panni dell’ altro senza sostituirlo, anzi, tornando nei propri appena necessario”(cit. d.a.), una volta compreso l’altro e condiviso con lui l’oggetto della comunicazione.
Altri aspetti che lavoran o per l’empatia sono la fiducia e la confidenza, in quanto rendono l’empatia efficace pienamente.
Si pensi sempre all’amore e alle persone che si amano.
Tra queste (cit. R. May) “l’empatia funziona meglio che in qualsiasi altra situazione; in questo caso è in atto una identificazione degli stati psichici, che si costruisce giorno per giorno, fino a che diventa impossibile individuare il limite dove finisce la personalità dell’uno e inizia la personalità dell’altro”.
L’empatia è un sentimento che dà valore aggiunto a chi guida il colloquio e a chi beneficia del colloquio.
Si tratta, per dirla con Carl Rogers, di “sentire il mondo personale del cliente come se fosse nostro, senza però mai perdere questa qualità del come se”.
E’ utile a chi guida perché gli permette di fare chiarezza nell’orizzonte dell’interlocutore. E’ utile all’interlocutore guidato perché si sente compreso e se si sente compreso si sente meglio, e lo aiuta a vivere la propria problematica fuori dall’isolamento e dal disagio che portano a chiudersi.
Ma che significa mettersi nei panni degli altri?
Significa guardare il mondo con gli occhi dell’altro, “sentire la sua rabbia, l’ira, la paura, il turbamento, come se fossero nostri, ma senza aggiungere la nostra rabbia, l’ira, la paura, il turbameto” (Cit. Danilo Toneguzzi).
Tale capacità di entrare nell’altro va coltivata e servita, in quanto la tentazione più forte è quella di confonderla entrando in “confluenza” con l’altro. Va infatti evitato di provare come proprie le emozioni di altri. Va invece spinto il lavoro di sentire ciò che l’altro sente e contemporaneamente sentire ciò che io sento, ossia l’effetto che l’emozione dell’altro ha su di me, ma fermandomi qua. Non dimentico che ciò che sento dell’ altro appartiene all’ altro.
La predetta capacità è talmente importante che prevale, come da ricerca di Marshall B. Rosemberg (ricerca su efficacia delle relazioni d’aiuto guidate da persone formate professionalmente e da persone non del settore) sulle competenze professionali. Infatti è la capacità di entrare in empatia e non il tipo di professionalità ad essere determinante per la riuscita della relazione. E’ l’atteggiamento che conta, non tanto essere professionisti. Dice Claudio Naranjo: “Senza l’atteggiamento adatto, le tecniche diventano forme vuote …”
In definitiva si può provare a puntualizzare nello schema sotto l’essere empatici:
. ascoltare con sensibilità;
. cercare di dare un senso a quello che si ascolta;
. compren dere le esperienze dell’altro dal suo modo di vedere;
. verificare se si è compreso il senso con tutte le sue sfumature.

La realizzazione di tali punti garantisce la riuscita relazionale.
Si badi bene, la riuscita della relazione è una grande sfida. La maggior parte dei problemi in azienda, in famiglia, tra gli amici, nel volontariato, in qualsiasi contesto, deriva dalla cattiva comunicazione e quindi dai presupposti della relazione. Se è l’empatia il pilastro per ogni buona relazione, compresa la relazione d’ aiuto, essa implica alcune capacità. In particolare la buona comunicazione, ma non solo.
Vedrò negli articoli futuri di analizzarne alcune di irrinnunciabili.

Gianni Faccin

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1) Prassi e teoria della psicologia individuale - A. Adler - C.E. Astrolabio

2) La motivazione comunitaria e il counselling - G. Faccin - G.E. L'Espresso 2013 

3) L'arte del counselling - R. May - C.E. Astrolabio

4) Terapia centrata sul cliente - C. Rogers - ed la meridiana

5) Le parole sono finestre - M. B. Rosemberg - Ed. Esserci

6) Carattere e nevrosi - C. Naranjo - C.E. Astrolabio

7) Supervisioni (raccolta interventi) - D. Toneguzzi