Compiti del counsellor

Nell'iniziare il "ciclo del counselling" il professionista incontrerà e conoscerà la persona che chiede di essere incontrata e che viene denominata "cliente".

Come avviene tutto ciò? Cosa fa il counsellor? Ecco di seguito alcune fasi fondamentali che aiutano a capire il processo.

– Effettua una prima conoscenza della persona che gli consente, a partire dalle informazioni ottenute mediante l’interazione, di scegliere tra la presa in carico,  l’invio ad altri professionisti o la proposta di un lavoro in rete.

– Realizza percorsi di sostegno e orientamento esistenziale limitati nel tempo e riconducibili a specifiche aree legate alla domanda del cliente. Il suo compito è quello di aiutare la persona a migliorare le proprie capacità di fronteggiamento del disagio, di risoluzione dei problemi, di potenziamento delle risorse personali all’interno dei suoi contesti di vita e di decisione (coping, problem solving, decision making).

– Informa il cliente circa le modalità organizzative e i principali passaggi del percorso di aiuto. La persona che ha chiesto un intervento di counseling va informata fin dall’inizio e deve sapere che tipo di iter sta per affrontare.

– Accoglie il cliente fornendo uno spazio relazionale sicuro all’interno del quale il soggetto possa esprimere liberamente i propri vissuti.

– Ha cura del cliente e nutre fiducia nella sua capacità di instaurare, grazie alla qualità della relazione interpersonale, un nuovo rapporto con se stesso, più positivo e consapevole, orientato alla decisione responsabile rispetto alla domanda.

– Conoscendo le basi del funzionamento dell’individuo (e le dinamiche peculiari di sistemi complessi come la coppia, la famiglia ed il gruppo), contribuisce a creare il clima relazionale più adatto per suscitare nei suoi interlocutori un nuovo e più alto livello di consapevolezza, lasciando che la relazione di aiuto diventi un vero e proprio percorso di ri-scoperta di sé-con-l’altro.

– Stimola e favorisce nel proprio cliente la capacità di effettuare autonomamente le proprie scelte di vita, facilitandone il riconoscimento dei punti di forza e delle aree di miglioramento.

– Rispetta l’etica e la deontologia professionale facendo ricorso alla supervisione ai percorsi di sviluppo personali per non influenzare negativamente il suo ruolo di agevolatore, di armonizzare le diverse componenti della propria personalità e, infine di sviluppare le capacità di fondo richieste per condurre i colloqui di aiuto.

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Bibliografia - Fonti

1) www.associazionereico.org